Il tuo Sì accende l'AC

Elementi di verifica del triennio trascorso

“Chiamati ad essere santi insieme” (1 Cor 1,2) sono gli orientamenti che ci hanno accompagnato per il triennio 2008-2011. Paolo ci ricorda l'essenziale: la Chiesa è una Comunità articolata, come un corpo vivente e si realizza in un comune cammino in avanti, in uno slancio missionario che ci spinge a mete lontane senza perdere di vista chi va più lentamente…
E noi, Chiesa di Alghero-Bosa, oggi più che mai ci sentiamo un Corpo vivo perché è arrivata la tanto attesa notizia: lo SPIRITO ci ha donato il Vescovo, il nostro Pastore che ci guiderà in questi anni. Abbiamo ascoltato con trepidazione e con un po' di sana curiosità il messaggio di saluto che ci ha rivolto e sentiamo di volergli bene. Egli stesso ci ha invitati a farci doni cristianamente significativi per festeggiare questo passaggio gioioso e salvifico del Signore , il sempre Veniente, nelle nostre vite. Noi intendiamo offrirgli il nostro “sì”, il nostro impegno di collaborazione e di servizio alla nostra amata diocesi. Non intendiamo girare lo sguardo dall'altra parte, caro Vescovo, ma anche con il suo aiuto e lavorando in sinergia con le altre aggregazioni laicali vogliamo vivere la fede e amare la vita, intercettando le attese e i bisogni concreti della gente di mare e di montagna che vive in questo angolo di Sardegna e lavorando insieme per far crescere e maturare la fede, per ridare dignità alla persona, per rilanciare il valore della famiglia, per inventarci il lavoro per i nostri giovani che progettano “qui” il loro futuro, per denunciare le ingiustizie che ogni giorno si compiono a danno dei più deboli, dei malati e degli anziani, per chiedere percorsi scolastici dove i nostri ragazzi siano davvero promossi alla vita, per non farci scippare gli angoli meravigliosi della nostra terra dove il buon Dio ci ha donato di vivere e tutelarli dal degrado ambientale e dall' invasione del cemento.
Mi piace pensare al percorso della nostra Associazione diocesana in questo triennio come alle linee di forza di un dipolo elettrico, che sono partite il 4 Maggio 2008 da Piazza San Pietro e si sono ricomposte il 4 Ottobre 2010 sempre lì, in Piazza San Pietro con Benedetto XVI, e poi ancora in Piazza del Popolo e in Piazza di Siena. In questi anni siamo cresciuti, ci siamo incontrati più spesso come famiglia di A.C.diocesana. Nella magnifica corona di volti che circondavano Piazza San Pietro (fra questi aveva trovato posto anche la nostra pediatra Luisa Monti) , il Papa ci aveva chiesto di “mantenerci fedeli alle profonde radici di fede, nutrite da un'adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo”. Tornando alla nostra terra, abbiamo cercato di guardarla con simpatia , come il luogo teologico dove Dio si manifesta a noi. Abbiamo messo insieme le forze per fare delle diversità una risorsa, per superare le barriere create dalle strade dissestate che collegano le nostre comunità, per rendere la nostra Chiesa diocesana una casa accogliente, capace di educare alla vita, di pronunciare parole profetiche, di prediligere gli ultimi e gli svantaggiati, di dare speranza a chi è smarrito, di dare risposte a chi invoca attenzione.
Penso ai diversi appuntamenti dell'A.C.R., ai convegni formativi per gli educatori, alle Feste del Ciao, alle Feste della, Pace, alle Feste degli Incontri che hanno colorato di speranza e di gioia le strade dei nostri paesi.
Penso alle attività dei giovani, alla mostra fotografica multimediale “Il sapere serve solo per darlo”, esposta al Caval Marì ,ad Alghero, e a Bosa presso il Seminario in via Manin, per ricordare Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana, organizzata con il patrocinio del Comune di Alghero e in collaborazione col Progetto Culturale della Diocesi, con la Caritas Diocesana, con l'Associazione Un'Isola e la Società Umanitaria, penso ai Campi scuola diocesani per giovani e giovanissimi, ai Laboratori di Formazione, all'OktoberFest e all'European Day del Msac, agli incontri dei giovani sul tema della Pace in collaborazione con il CEPM, all'attenzione del M.L.A.C. rivolta al mondo del lavoro, all'iniziativa “Adoro il lunedì” nel periodo estivo, da ripetere eventualmente la prossima estate.
Penso ai vari Convegni Adulti, dislocati nelle diverse zone per favorire la partecipazione dei soci, agli incontri con i Presidenti e con i responsabili parrocchiali, al Campo scuola nazionale svoltosi a Montagnese, grande occasione per sperimentare il senso di accoglienza e di gioia che noi sardi ci portiamo dentro, alle diverse Assemblee, sempre a tema, che abbiamo cercato di vivere con le testimonianze e l'entusiasmo dei giovani e degli educatori A.C.R..
Penso soprattutto all'ultimo grande evento che abbiamo vissuto insieme, a Roma, il “C'è di +; diventiamo grandi insieme”. Qui si richiudono le linee di forza del dipolo e si riparte con una dose più potente di energia e con cariche nuove che si mettono in gioco, con responsabili nuovi ai quali passiamo con gioia il testimone, rassicurandoli che non si sentiranno soli: li accompagneremo con la nostra disponibilità e la preghiera.

ESIGENZE E BISOGNI DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE DIOCESANA

La formazione per ogni socio di A.C. si costruisce attraverso la proposta ordinaria, popolare e permanente nei gruppi di appartenenza delle associazioni territoriali, acierrini, giovani ed adulti. E' lì che si tiene conto della persona, che si formano le coscienze perché si acquisiscano capacità di discernimento e di critica costruttiva per servire la comunità, è da lì che si parte per diffondere lo spirito evangelico che ci guida a leggere la realtà circostante, a immergerci in essa con simpatia, a farci carico delle situazioni dell' uomo per scorgervi segni di salvezza e liberare la speranza di futuro e di resurrezione già in atto.
E allora parliamo di progetti educativi per i gruppi per ogni età e ad ogni livello; stimoliamo i consigli parrocchiali di A.C. a programmare , partendo da analisi serie della situazione di partenza, cercando di intercettare le aspettative di ciascun componente il gruppo, fissando obiettivi minimi per ogni segmento del percorso e abituandosi a verificare i risultati raggiunti confrontandoli con gli obiettivi prefissati.
In particolare per l'A.C.R. le guide sono un valido aiuto per intersecare l'itinerario liturgico con quello più propriamente catechetico e con l'iniziativa annuale, ma non si può prescindere da un gruppo educatori che si incontra per studiare, per confrontarsi, per mediare la proposta nazionale e calarla nelle nostre realtà. Oggi più che mai dobbiamo riappropriarci della responsabilità di educare i ragazzi e i giovani che la comunità ecclesiale e civile ci affida: occorre il contributo di tutti, è ora non di tirare i remi in barca ma di rimboccarsi le maniche e riprendere con più slancio il cammino.
E' necessario puntare molto sull'A.C.R., perché nasca col piede giusto nelle comunità, soprattutto in quelle realtà dove l'A.C. è ridotta al solo gruppo Adulti. Vogliamo servire la Chiesa con umiltà ma anche con competenza e capacità di progettazione, insieme.
Gli ADULTI, ormai avanzati in età, sono stati e sono un grande dono per la nostra Chiesa diocesana; a loro siamo grati per ciò che hanno significato in passato ma non vogliamo che pensino di doversi fare da parte o al contrario che debbano custodire gelosamente la porzione di servizio a loro affidata. Si lamentano spesso delle difficoltà di approccio al testo, si sentono un po' impreparati ad affrontare temi ed argomenti proposti, a trovare forme nuove di evangelizzazione, eppure siamo convinti che anche loro hanno sete di novità. Sogniamo gruppi di adulti che vogliono rinnovare legami, che sono contenti di vedere volti nuovi nei loro gruppi, che sanno ritrovare spazi per continuare a vedere l'A.C. tra piazze e campanili; anche se noi abbiamo già raggiunto la pensione, ci facciamo carico di chi il lavoro lo ha perso o sino ad oggi non l' ha proprio trovato.
E che dire della tutela del creato, della educazione ambientale: spetta a noi in particolare batterci per una istruzione autentica che parta dalla più tenera infanzia. Dobbiamo consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo trovato e del quale in qualche modo anche noi siamo stati costruttori o …..distruttori. Penso anche all'impegno degli adulti che incontrano gli educatori A.C.R. per progettare insieme il modo migliore per raggiungere le famiglie, anche e soprattutto quelle più fragili o già disgregate.
Non si tratta solo di riunirsi puntualmente per ascoltare uno che parla; ci sentiamo tutti partecipi e responsabili della nostra vita personale ma anche di quelli che si affacciano alle soglie delle nostre Chiese a volte per curiosità o anche semplicemente per provocarci nelle nostre certezze.
I GIOVANI: stiamo vivendo un momento di κένωϭιϛ (svuotamento) che dobbiamo registrare anche e soprattutto nella nostra Diocesi. Ormai è alta la percentuale di giovani che, conseguita la maturità, vanno a studiare fuori dalla Sardegna; e anche i pochi che rimangono a Sassari o ad Alghero o a Scano hanno comunque difficoltà ad incontrarsi settimanalmente. Si stanno tentando tempi e modi diversi di incontro e di formazione. A loro guardiamo con fiducia : sono certamente i testimoni privilegiati dai nostri ragazzi ma non possiamo pensare di lasciarli soli o di scaricare su di loro l' impegno educativo. Loro stessi richiedono il nostro aiuto ma anche noi abbiamo bisogno di loro: anche se a volte abbiamo l' impressione di essere sazi e di non poterne più, la loro presenza ci fa ritornare la voglia di rimetterci in gioco, suscita in noi domande e interrogativi che scuotono la nostra “tranquillità. Chi meglio di loro può aprirci gli occhi, obbligarci a parlare di giustizia sociale, avvicinarci alle conquiste della tecnica e della informazione.

Giovanna Casu all'assemblea elettiva diocesana del 6 febbraio 2011