BOSA. L'Azione Cattolica diocesana ricorda la figura di don Lorenzo Milani, il sacerdote di Barbiana, in una serie di iniziative realizzate in collaborazione con il Centro di educazione alla pace e alla mondialità, la Caritas, il Progetto Culturale, l'associazione Un'Isola e la biblioteca del seminario di Bosa. Le iniziative, inaugurate la scorsa settimana ad Alghero, si spostano quindi ora nella città del Temo con due eventi. Nei locali della diocesi di via Manin si terrà infatti, fino al 22 maggio, una mostra fotografica dal titolo “Il sapere serve solo per darlo.” Questa sera invece, nell'aula magna del Seminario, don Antonello Mura sarà il moderatore di un convegno dal tema “Educare oggi, il metodo di Barbiana.” Relatori d'eccezione don Antonio Ruccia, parroco di Bari e studioso di Don Milani, e Mileno Fabiani, ex allievo della scuola di Barbiana e testimone diretto dell'esperienza del sacerdote. Nato in una famiglia di agiati intellettuali fiorentini, mai stata religiosa, Lorenzo Milani Comparetti si convertì alla fede nel 1943. Entrato in seminario viene ordinato sacerdote quattro anni più tardi e inviato come coadiutore a San Donato di Calenzano, vicino a Firenze, dove lavorò per una scuola popolare di operai. A causa dei suoi scritti la curia lo manda poi a Barbiana, una frazione di Vicchio, sperduto paesino di montagna. Dove don Milani dà vita al primo tentativo di scuola a tempo pieno, rivolta alle classi popolari. Lì sperimenta il metodo della scrittura collettiva e scrive la celebre “Lettera ad una professoressa”, in cui i suoi ragazzi denunciano apertamente il metodo didattico fino ad allora adottato dalla scuola pubblica. Fu ancora Don Milani ad adottare il motto “I care”, cioè “Io mi prendo cura”. La frase fu scritta su un cartello apposto all'ingresso della scuola di Barbiana e di questa riassumeva le finalità educative.
Alessandro Farina
Articolo pubblicato il 19 Maggio 2008
Fonte: http://ricerca.quotidianiespresso.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2008/05/19/SO1PO_SO106.html