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contributi:nori_20111009

Intervento della presidente Alessandra Nori all'assemblea ordinaria del 9 ottobre 2011

“Ecco ora il momento favorevole” (2Cor 6,2). Santi nel quotidiano.

Lo slogan di quest'anno sembrerebbe un controsenso in questo momento storico in cui viviamo, in questo periodo di crisi economica, di crisi di valori, di grandi tensioni, addirittura un invito scandaloso. Eppure è tempo Kairos, tempo favorevole, tempo di Grazia, secondo San Paolo. Anche i cristiani delle origini sicuramente hanno vissuto i conflitti e le durezze del tempo; certo loro hanno avuto il privilegio di incontrare coloro che furono i testimoni oculari eppure le comunità dell'epoca, anche quella di Corinto alla quale appunto è rivolta la lettera da cui è tratto il nostro versetto, erano attraversate da profonde tensioni. Ma oggi, come allora “Ecco ora il momento favorevole”.
L'obiettivo dell'Azione Cattolica è l'annuncio del Vangelo nell'Oggi della storia, sostenendo la gioia di vivere di ogni persona: “Afflitti ma sempre lieti” (2Cor 6, 10) come dice San Paolo. C'è bisogno di umanità ora, oggi, più che mai, ed è Bisogno di Dio e di Incontro con il Signore.
Il Santo Padre ci chiede di essere “generosi, accoglienti e solidali”. In continuità con le consegne “contemplazione, comunione e missione” che il Beato Giovanni Paolo II ha affidato all'Azione Cattolica a Loreto nel 2004 e che Benedetto XVI ha confermato nell'incontro di Roma nel 2008. E questi atteggiamenti “generosità, accoglienza e solidarietà” scandiscono il triennio e ci impegnano ad essere uomini e donne che con Generosità sanno rispondere alla chiamata del Signore, che sanno accogliere con Responsabilità il Dono della Chiesa stando nelle proprie comunità parrocchiali e collaborando con i pastori alla vita e alla sua missione; che sanno vivere la Solidarietà come stile di vita per stare accanto a tutti coloro che incrociano il loro cammino e per essere vicini ai bisogni degli ultimi, dei piccoli e degli emarginati e dei non accolti.
Nel decennio che la Chiesa italiana dedica al tema dell'educazione, l'Azione Cattolica ribadisce il suo impegno ad accompagnare e sostenere la crescita delle nuove generazioni e ad elaborare un progetto di formazione degli educatori che li aiuti a comprendere e a vivere la bellezza del servizio educativo a cui sono chiamati.
L'associazione è chiamata a ritessere i legami buoni capaci di incidere nella vita delle persone. In questo senso l'unitarietà e la popolarità sono gli spazi attraverso i quali prende concretamente forma la cura educativa.
Infine, per il suo radicamento diffuso sul territorio, l'Azione Cattolica è chiamata a testimoniare il Vangelo nei luoghi e nei tempi della vita quotidiana delle persone che abitano le città del nostro Paese. L'impegno per l'edificazione concreta del bene comune, in una rinnovata attenzione alla Dottrina sociale della Chiesa, si traduce in stili di vita personali e comunitari, che toccano la convivenza comune: il rispetto assoluto della vita, il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, la sobrietà delle scelte quotidiane, la solidarietà verso singoli e famiglie in difficoltà a causa della mancanza o della precarietà del lavoro, il senso del dovere professionale, il valore dello studio, la tensione verso il futuro delle nuove generazioni, la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica, la scelta preferenziale dei poveri, l'attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del Paese, l'unità stessa dell'Italia, l'accoglienza degli immigrati che raggiungono i territori della nostra penisola.
Per sostenere queste attenzioni, l'associazione proporrà, nel corso del triennio, alcuni momenti che abbiano una forte valenza simbolica, coniugando vita associativa e dimensione pubblica: la preparazione e la partecipazione alla beatificazione di Giuseppe Toniolo; il coinvolgimento attivo nell'incontro mondiale delle famiglie di Milano; una serie di iniziative di rilievo sull'educazione. In occasione dell'anniversario della veglia di preghiera promossa dall'AC al termine della giornata di apertura del Vaticano II (11 ottobre 1962), durante la quale Giovanni XXIII pronunciò il toccante discorso «alla luna», l'associazione promuoverà un incontro attraverso il quale “riconsegnare” il Concilio.
Il richiamo al Concilio, che è sempre stato un punto di riferimento importante nel delineare i percorsi formativi dell'Azione Cattolica, costituisce in questo triennio il filo conduttore che accompagna e sostiene il cammino di tutta l'associazione.

In questo triennio 2011-2014 l'Azione Cattolica ha tre prospettive d'impegno assolutamente legate fra loro:

  • Una fede che cambia la vita generando scelte.
  • La vita associativa a servizio dell'educazione.
  • L'impegno per il Bene Comune.

Questo primo anno è dedicato in modo particolare all'interiorità, al desiderio di Dio e alla vocazione alla santità, in linea con gli orientamenti che ci hanno accompagnato nel triennio appena trascorso e che ci vedevano “Chiamati ad essere santi insieme”. L'impegno è quello di continuare e riflettere sulle forme per suscitare, alimentare, sostenere la ricerca di Dio.
Il secondo anno concentra l'attenzione sull'accoglienza del dono della Comunione che è risultato di un atteggiamento di fiducia nella Chiesa.
Il terzo anno è dedicato in modo più specifico alla solidarietà suscitato da un atteggiamento di fiducia nell'uomo.

È possibile concretizzare gli obiettivi del triennio concentrandoci in modo particolare sulle priorità che l'Assemblea Nazionale dello scorso maggio ha messo in evidenza e che ci inducono a concentrarci su delle prospettive d'impegno. Coltivare la vita spirituale e custodire l'interiorità: il nostro Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi” mette al centro la formazione della coscienza, la cura della vita spirituale,l'interiorità aperta alla relazione con Dio e con i fratelli come strada per arrivare alla piena umanità. Ed ecco quindi che la nostra vita di laici impegnati in ACI deve avere l'impronta del colloquio intimo con Dio, del quotidiano vissuto alla luce della Parola di Dio. La vita spirituale si nutre necessariamente della preghiera. Dio ci parla attraverso ciò che siamo, attraverso i nostri pensieri, i sentimenti e i fatti che ci accadono; non è facile né scontato imparare a leggerli e a compiere le nostre scelte alla luce della Parola ed ecco quindi che è fondamentale l'aiuto e la compagnia di chi è più maturo nella Fede anche in virtù della preziosità del continuo e ininterrotto dialogo inter-generazionale che non deve essere a senso unico ma a doppio senso e di conseguenza è sostanziale l'importanza dell'accompagnamento spirituale e la partecipazione frequente ai sacramenti.

Dentro una realtà locale in cambiamento: La fisionomia territoriale di molte comunità cristiane locali sta attraversando significativi cambiamenti nella realtà sociale: il fenomeno dell'immigrazione nei suoi molteplici aspetti sociali e religiosi, la crisi economica e politica, la disaffezione alla cura del bene comune, i problemi relativi al mondo del lavoro, la precarietà delle relazioni familiari, la fragilità dei rapporti interpersonali, la costruzione di relazioni e mondi virtuali. Davanti a queste nuove realtà, l'associazione da una parte è chiamata a partecipare alla riflessione sui cambiamenti in atto o a suscitarla laddove è assente, dall'altra, a ripensare in maniera equilibrata le forme della propria proposta, per essere, anche in questo nuovo contesto, vicina alla vita delle persone. Ciò non vuol dire certo ridisegnare una nuova associazione, ma capire quali modalità, quali risorse, quali competenze mettere in campo per essere autenticamente al servizio delle comunità locali. Si tratta anche di modulare la vita dei gruppi formativi in maniera rispondente alle effettive esigenze, di favorire consapevolmente il ruolo sempre più importante assunto dalle famiglie all'interno della vita associativa, di rinsaldare la rete dei legami tra le associazioni parrocchiali all'interno delle diocesi e tra associazioni diocesane, così come quella dei rapporti con le altre aggregazioni laicali, ecclesiali e civili. I nostri soci sono inoltre chiamati a vivere con attenzione la vicinanza ai sacerdoti delle proprie Chiese locali, da sostenere e accompagnare vivendo con essi un legame di solidale aiuto reciproco, intessuto di gratitudine e di fraterna capacità di dialogo. La corresponsabilità laicale a servizio delle Chiese locali, inoltre, sarà tanto più piena quanto più sarà capace di fare strada con i sacerdoti assistenti, coltivando un rapporto di amicizia e di stima che tenga conto della specificità dei ministeri, grazie al quale ciascuno possa sperimentare la pienezza della vocazione laicale e di quella presbiterale.

Popolarità dell'associazione: è importante oggi più che mai ridire e sottolineare che l'Azione Cattolica è “per tutti” e “di tutti”. Diventa quindi fondamentale un'attenzione particolare alle forme ed ai linguaggi della proposta associativa per far sì che questa possa essere davvero capace di arrivare ed essere compresa dalle persone a cui ci si rivolge, soci e non. Questo non vuole essere solo un invito alla semplificazione del linguaggio, ma soprattutto la necessità di parlare al cuore delle persone, di capire le loro gioie, le delusioni e le fatiche. Solo questo può rendere viva ed efficace la nostra proposta, una proposta che ha a cuore le domande di vita delle persone, che mette la centro l'individuo e che vede l'Umano immagine di Dio. Ecco che quindi la proposta deve uscire fuori dall'ombra dei nostri campanili, deve parlare il linguaggio delle persone che per motivi vari sono lontane dalle loro case, delle persone che dopo essersi allontanate dalla Chiesa vi ritornano, delle famiglie e dei giovani o adulti che in questa fase di precarietà non conoscono la regolarità di un orario di lavoro o il lavoro stesso. I tempi, le modalità degli incontri di gruppo, la periodicità e gli orari saranno allora segni concreti della cura dell'AC per le persone.

Le Adesioni: l'adesione non è solo il gesto di pagare una quota e la relativa somma per l'assicurazione. Aderire significa rispondere ad una vocazione, è vivere il ministero laicale in forma associata, lavorare insieme e costruire legami, amicizie significative e durature. Aderendo all'Azione Cattolica Noi siamo Corresponsabili della missione della Chiesa, condividiamo con altre persone obiettivi, stili e metodi per stare in essa e nel mondo “da laici” e per testimoniare la bellezza e la modernità del Vangelo. Ogni giorno noi aderiamo nuovamente, con la nostra testimonianza che non equivale solo alle parole che noi usiamo nei nostri gruppi ma con la nostra vita. Aderire è rispondere alla chiamata alla Responsabilità.

La cura dei responsabili educativi e associativi: fondamentale è sottolineare che Responsabili non si nasce e neppure ci si improvvisa. È senza dubbio una realtà che in molte delle nostre comunità si verificano concrete difficoltà ad individuare persone disponibili ad assumersi responsabilità educative ed associative e al tempo stesso quando si sono le persone può risultare difficile o a volte scontato accompagnarle adeguatamente nel loro percorso. Non dobbiamo però dimenticare che la cura di sé e della propria FORMAZIONE PERMANENTE, il tempo e lo spazio per vivere in pienezza il proprio Battesimo non devono e non possono essere in alcun modo sacrificate per portare avanti il servizio educativo dei bambini, ragazzi, giovani e adulti che ci si affidano. È questa una emergenza nella nostra Associazione Diocesana, che riguarda in particolar modo i Giovanissimi e i Giovani.

L'esercizio alla corresponsabilità: una scelta democratica vissuta con Fede: nostro obiettivo dovrà essere rilanciare la partecipazione attiva di tutti gli aderenti., e questa partecipazione sarà vera ed efficace solo se ogni persona si sentirà accolta ed amata per mezzo dell'ascolto e dell'accompagnamento che valorizzano i carismi specifici dell'individuo. Occorre dunque rilanciare, attraverso l'esperienza diretta, una cultura della corresponsabilità che sia espressione di un forte legame di comunione. La vita democratica dell'associazione, col suo periodico ricambio dei responsabili, costituisce un richiamo al carattere temporaneo degli incarichi formali di responsabilità. Siamo responsabili di un pezzo di storia, non protagonisti insostituibili: a noi è stato consegnato un testimone che, se davvero ha inciso nella nostra vita, non potrà non essere passato alle nuove generazioni curato e arricchito anche dall'esperienza personale, in una autentica logica di servizio. L'associazione non deve perciò mai dare per scontato, ma rilanciare sempre con nuova convinzione, quello stile e quelle buone pratiche che le appartengono tradizionalmente e attraverso cui si evitano i due rischi tra loro speculari di delegare le funzioni e le decisioni a poche persone, o, al contrario, di eccedere nella dispersione, per incapacità di fare sintesi. Non bisogna poi dimenticare che l'associazione dispone di una risorsa che si rivela straordinaria anche da questo punto di vista: i cammini formativi, sperimentati e affidabili, sono proiettati alla crescita di persone capaci di progettare e verificare le attività in modo collegiale e plurale, in spirito di comunione.

È importante che la nostra Azione Cattolica non dimentichi ma valorizzi il più possibile il senso di Unitarietà, valore fortissimo. Se le singole iniziative di un gruppo si affiancano ad altre con legame di Unitarietà l'efficacia è più forte. Ripenso alla Festa dell'Aci lo scorso mese di giugno a Macomer, idea lanciata come un sogno dal Consiglio precedente e abbracciata con gioia, in pieno spirito di continuità, e con un pizzico di incoscienza, giovanile forse, dal Consiglio attuale. La festa degli Incontri allargata ci ha permesso di trovarci tutti, piccolissimi, bambini, ragazzi, giovani e adulti, in una sola parola Famiglie, al di là di ogni previsione è stata una gioia grande, un dono bellissimo che contiamo di ripetere nel prossimo giugno. Ma non sono i grandi numeri ad essere la cosa principale. Il sogno di questo giovane consiglio è parlare ai giovani e ai giovanissimi, in linea con gli Orientamenti pastorali dell'Episcopato Italiano per il prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo” (32): “Molti di loro manifestano un profondo disagio di fronte a una vita priva di valori e di ideali. Tutto diventa provvisorio e sempre revocabile. Ciò causa sofferenza interiore, solitudine, chiusura narcisistica oppure omologazione al gruppo, paura del futuro e può condurre a un esercizio sfrenato della libertà. A fronte di tali situazioni, è presente nei giovani una grande sete di significato, di verità e di amore. Da questa domanda, che talvolta rimane inespressa, può muovere il processo educativo. Nei modi e nei tempi opportuni, diversi e misteriosi per ciascuno, essi possono scoprire che solo Dio placa fino in fondo questa sete.” E di questa sete ne sono prova i raduni per le Giornate Mondiali della Gioventù, che non devono essere chimere del Desiderio di Dio ma slancio e trampolino di passione da incanalare in un percorso da vivere tornando nelle proprie comunità. I raduni non possono e non devono essere solo un grande fuoco di paglia ma tappe di un percorso di Fede più grande che ha come unico e grande obiettivo insegnare e imparare l'amicizia con Gesù Cristo. Alla luce di questo il Settore Giovani si sta attivando per creare una rete di legami fra le varie realtà parrocchiali con un particolare occhio di riguardo per la fascia dei giovanissimi, ma la risposta non è positiva. Ed ecco quindi che chiediamo l'aiuto dei Consigli Parrocchiali. E anche questo sarà un impegno del Consiglio Diocesano: incontrare tutti i Consigli Parrocchiali, creare quella rete buona di legami e di rapporti amicali che contraddistingue da sempre l'Azione Cattolica. Concentreremo inoltre la nostra attenzione sulla Spiritualità con incontri di lectio per il settore Adulti ad esempio. Rilanceremo con maggiore energia l'Iniziativa dell'Adorazione Eucaristica nei lunedì estivi, l'Adoro il Lunedì, e per la prossima estate contiamo di far partire il primo lunedì dalla Con-Cattedrale di Bosa.

L'Azione Cattolica è una realtà di cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano insieme nel nome del Signore, che sono amici e da amici cercano di servire la Chiesa.” Vittorio Bachelet

contributi/nori_20111009.txt · Ultima modifica: 07/12/2013 19:15 (modifica esterna)