Durante la Settimana Sociale, convegno diocesano Giovani/issimi e Adulti con Mons. Segalini, si è parlato di democrazia, società civile e radici cristiane
L'Azione Cattolica diocesana, in collaborazione con l'Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro ed il Comune di Alghero, in occasione della Settimana Sociale ha proposto, nei giorni 7 e 8 febbraio, un week-end dedito ad analizzare in che modo l'associazione, con i suoi componenti, si sente parte di un'Europa che assume molteplici varianti democratiche, nel suo aspetto governativo e sociale. Presso i locali dell'ex seminario è stato proposto, sabato pomeriggio, un incontro per giovani e giovanissimi sulla domanda-tema “Quale Europa sognano i giovani?”, in presenza del vice assistente nazionale mons. Domenico Sigalini. Proprio quest'ultimo ha dato inizio alla serata con una relazione discussa sul parallelismo: giovane nella sua comunità e giovane nella comunità europea. Il giovane di oggi vuole aprirsi alla multiculturalità europea e lo fa anche grazie al sistema telematico con comunicazioni interattive, ma trova difficoltà nell'uscire fuori dal proprio guscio che lo rende forte e competitivo in un ambito sociale abbastanza approssimativo, ha paura di allontanarsi dalle sue radici ed incontrare difficoltà integrative. Bisogna perciò sviluppare una cultura dell'accoglienza basata sull'accettazione comune e sul ritrovato volume della collettività, una collaborazione guidata sempre dall'aspetto propriamente cristiano, che elabora le sue teorie sull'amore verso il prossimo ed il desiderio di raggiungere e concretizzare quell'intensa speranza di unità. I 4 sottogruppi hanno poi dato la possibilità al giovane, vero protagonista dell'evento, di esprimere la propria opinione e metterla in comunione con i propri coetanei, con un arricchente scambio di idee. Il giovane di AC vuole sviluppare la cultura democratica del rispetto reciproco e dell'uguaglianza, senza dimenticare quell'obiettivo di vivere la giovinezza “fino in cima”,affrontando la vita adulta, senza fuggirne. Gli stessi sottogruppi hanno poi partecipato al gioco denominato “EuroGame”, trasformandosi in 4 squadre che dovevano manifestare la loro conoscenza sulle leggi, date e strutture dell'Unione Europea… e non solo, dal momento che l'errore nella risposta era recuperabile dal Domandone, una trovata scherzosa per informare i “concorrenti” di ruoli e iniziative diocesane. Don Domenico è poi tornato sul tema domenica mattina, nel convegno “Le radici cristiane dell'Europa, tra democrazia e libertà”, dove ha centrato il discorso sulle radici cristiane del nostro continente, indagando sui percorsi possibili attraverso cui salvaguardare il fine democratico, in una fase in cui «i processi di globalizzazione sconvolgono i rapporti internazionali e all'interno gli Stati nazionali» e riflettendo sulle potenzialità e i limiti del processo d'integrazione europea. I lavori si sono conclusi con la messa celebrata nella cattedrale di Santa Maria dal nostro vescovo Antonio Vacca, in presenza di mons. Sigalini e dell'assistente giovani diocesano don Giampiero Piras. Anche i bambini dell'Acr, dopo un'attività apposita di studio sull'Albania (la storia, la realtà socio economica odierna, la vita dei bambini, etc.) proprio in questi giorni stanno completando una raccolta di fondi in favore dei bambini albanesi al fine di contribuire alla realizzazione degli impegni di solidarietà assunti a livello nazionale. Dobbiamo essere – dice la presidente diocesana Giovanna Casu – un'Azione Cattolica che si muove e “agisce” con i suoi mezzi e la sua volontà per il bene comune, che non si limita ad operare nel suo territorio, ma allarga i confini del suo amore, abbracciando tutti i popoli della terra ed illuminandoli con la luce di Cristo. A livello nazionale, la Settimana Sociale ha avuto la sua conclusione con il XXIV Convegno Bachelet, svoltosi a Roma il 13 e 14 febbraio. Tante le presenze illustri, tanti spunti di riflessione e gli interrogativi, il tutto concluso in maniera significativa dalla Presidente nazionale, Paola Bignardi, che ha ricordato come “l'Azione Cattolica svolga pienamente il proprio compito di definire una sua responsabilità in questo tempo. È sempre più facile trovare comunità o persone anche molto impegnate, ma scarsamente interessate ai temi più vari e complessi. Allora, per l'Ac diventa basilare l'impegno cristiano radicato nella società in cui viviamo, con un interesse che si fa stile di vita, parola corale”.
Redazione
Articolo pubblicato l'1 Marzo 2004
Fonte: http://notizie.alguer.it/n?id=1548